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Tappe XXXVI-XXXVII

Da admin
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Oggi, venerdì 12 ottobre 2018, la mia partenza di tappa è da Triacastela. Non ho in mente dove arriverò, in quale luogo terminerò la tappa.

La mia mentalità è cambiata per le ragioni alle quali ho accennato. Mi sento come se il mio Cammino fosse improvvisamente finito e non mi restasse altro che i passi da compiere e le località da toccare prima di arrivare a Santiago.
Sento che sto ripetendo a me stesso:

“… di qui in poi raccolgo ciò trovo, … prendo quel che viene …”

Non mi alzo presto, ma neppure troppo tardi. Fuori comunque è ancora buio e in Albergue nessuno si è mosso, all’infuori del sottoscritto, e questo mi sorprende … . Ho spazio e tempo per trasferire alla rinfusa in un angolo del corridoio tutte le mie cose, che sono quelle che mi accompagnano dall’inizio del Cammino. Ripristino l’ordine dimenticato per stanchezza la sera prima.

Parto, fuori è buio e lo sarà ancora per un pezzo. Ho sistemato sulla testa il frontalino e tengo a portata di mano una piccola lampada tascabile. Scelgo di fare il percorso per SanXill, senza pensarci troppo.

Un incontro speciale:

Poco prima di venir via dall’Albergue e mentre stavo dando gli ultimi tocchi ai preparativi, incontro Giacomo, un prete cinese, anche lui mattiniero par mio quel mattino, il quale mi raggiunge in corridoio. Ci eravamo addocchiati di sfuggita sul Cammino il giorno prima, esattamente dove non saprei ricordarlo. Però sono certo che lui mi aveva notato e, forse, già cercato, mentre io avevo colto, come fruscio lieve di vento, che lui stava arrivando. Per come lo avevo osservato camminare, mi ero detto tra me e me che, con quell’andare, a Santiago sarebbe giunto per il Natale. Poi il silenzio.
Adesso, mentre son pronto ad uscire, mi viene incontro come sa fare chi ti conosce: è venuto a Roma dalla Cina, ha compiuto studi di filosofia e teologia morale alla Ponziana romana; ci tiene a raccontarmi che lì, alla Ponziana, intanto si è preparato per il Cammino. I suoi superiori gli hanno concesso tre mesi, troppo poco dice lui per fare così tante cose.
Parla un discreto italiano, si vede e lo capisco che vorrebbe tanto parlare, conoscermi, incontrarmi e camminare insieme di più. Ma io ormai ho fretta… . Mi impartisce la benedizione alla cinese, penso io, fronte contro fronte, accompagnandola con parole e formule…

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